17. Wikileaks.

Il mondo viene sputtanato a dovere.
Lo fa un gruppo di informatici, probabilmente islandesi, con un sito dove vengono pubblicati una serie di documentazioni fitte di file contenenti intrecci politici, interessi, scalate al potere magistrali.
L’unica cosa che mi sento di dire  è: c’era bisogno della portavoce americana per sapere che B. è “troppo concentrato a fare feste selvagge, amico intimo di Putin, vanitoso ma incapace?”

Comunque gli islandesi son sempre avanti. Si fanno i cazzi suoi e poi dopo anni e anni escono e prendono per il culo tutti.


16. Se ne andarono.

Il grosso orologio al muro indicava le tre di notte. Si alzò dal letto, spense la sigaretta e si guardò intorno. Tutte le cose dentro quella stanza gli ricordavano qualcosa. Qualche ricordo indelebile, qualche frammento di tempo che non sarebbe mai andato dimenticato.
Billy, il bulldog inglese, dormiva beato sul tappeto. Si svegliò e guardò il suo padrone con aria stupefatta.
Poi, in un attimo, il cane sentì che il proprio padrone lo stava sollevando e si ritrovò in collo a lui. Non c’era motivo per agitarsi, non avrebbero mai potuto farsi del male, Loro.
Il buio avvolgeva tutto. Il freddo, fuori, entrava nelle ossa. Il silenzio regnava.
Si guardarono, cane e padrone. Si capirono.
– Billy, non possiamo più restare qua..
– Bau.
Poi ci fu un ultimo sguardo, un ultimo pensiero, un ultimo ricordo.
Poi si chiusero la porta alle spalle e se ne andarono.
La notte, allargò le braccia e diede loro  il benvenuto.


15. Dovrebbero.

Dovrebbero esserci più camioncini che vendono il lampredotto e la trippa a Firenze.
Come quello che abbiamo mangiato sabato. Che uno m’è bastato, ma sicuramente m’ha convinto che ci tornerò.
La prossima volta, però, lo accompagno con un bicchiere di vino rosso.
Che, col lampredotto, meglio dell’acqua si sposa di sicuro.


14. D’altezze tecnologiche

Stavo pensando che a me, di nano, un mi garberebbe nemmeno l’I-pod.
Anche se è sempre meglio del nano per eccellenza.


13. Halloween

Dolcetto o scherzetto?
Ma vai a fanculo.
Odio queste feste comandate. Queste americanate inutili. Queste cose fatte un pò così, tanto per.
Se fossi un manesco, il mio scherzetto sarebbe un bel rovescio sulla faccia di questo cazzo di bambino ciccione che arriva con i suoi amichetti, puntualmente pesanti circa un quinto suo, col suo sorrisino del kaiser e quei capelli un pò così, come se in testa gli stessero facendo la prova per presentarsi in modo più decente alla prima comunione.
Gli direi: “Ma che c’hai anche il coraggio di chiedere un dolcetto?”.
Roba che quando arriva all’ultima rampa di scale, c’ha già il diabete incorporato. Roba che perfino i trigliceridi gli urlano basta, i carboidrati fanno un sit-in dentro il suo stomaco con un cartello che cita la scritta “RAGAZZO, QUI DENTRO SIAMO TROPPI”.
Ma poi, che minchia c’entrano i bambini con le zucche e le streghe? Che la zucca al massimo può essere buona per un risotto. Le streghe sono buone per fare le zie e i bambini sono buoni per rompere i coglioni il 31 Ottobre, suonando il campanello a destra a manca, mangiando caramelle avariate che le vecchiette gli avranno rifilato tra le mani pur di levarseli di torno.
Ci sono più richieste di lavande gastriche per Halloween che per il resto dell’anno. Un anno un bambino mangiò ventisette caramelle Rossana e quando arrivò all’ospedale i dottori videro che nell’intestino gli era già cresciuta una pianta d’anice. Una bambina ingoiò sette confezioni di big babol perchè il vecchio del terzo piano le disse “Tieni, con queste puoi andare in giro facendo i palloncini”. La trovarono due ore dopo che era fuxia nel viso.
Robe da matti.
I bambini educateli anche per queste cazzate, diocristo.
Ci fosse stata la notte “della Casalinga”, ce li volevo vedere a mandare i bambini a suonare i campanelli chiedendo: “Mutande o Calzini?”.
E i vecchi che rispondevano: “Levati tutto, tanto sotto le mi coperte fa un caldo che sembra d’essere in Uganda”.
Cioè, bisogna dirgliele queste cose ai bambini. Che quelli mica lo sanno come va il mondo. Che i bambini poi sono i veri eroi di questo pianeta, perchè per loro non ci sono le bugie, i pregiudizi, le scuse da inventare. Per loro, la verità è la vita.
Poi diventano come il bambino obeso di prima. Ottanta chili a nove anni. Roba inaudita.
Ma poi, se è la notte della streghe, perchè un ci si manda le vecchie a fare questo rito americano?
I bambini, si accontenterebbero delle caramelle anche stando sul divano di casa. Mica c’è bisogno della notte di Halloween per farli diventare golosi.


12. Digestione

Una delle cose più brutte che esistano sulla faccia della terra, è sicuramente finire di mangiare a cena, versare un amaro nel bicchierino e cambiare canale alla televisione.
E poi accorgersi che sul canale che hai pigiato appare la faccia a perfetto idiota di Frizzi.

 


11. L’amore ai tempi del Bangu Bangu

Cioè, prova a prendere Berlusconi, Emilio Fede e Lele Mora tutti e tre insieme. Prova ad immaginarteli, soltanto per un secondo, nudi, tutti e tre, su di un letto con le coperte color avorio, le luci soffuse e magari Apicella che gli fa un bel sottofondo.
Nel mezzo della scena prova a immaginarti questa ragazza marocchina che si finge maggiorenne e, dato che è simpatica, a fine serata gli viene dato un bel gruzzolo di soldi così, senza aver fatto niente con nessuno dei tre.
Ci mancava questa roba qui: l’amore al tempo del Bangu Bangu per sollevare l’ennesimo polverone. Poi siccome i giornalisti sono di marmo, si vocifera che hanno cominciato ad incalzare la giovane marocchina chiedendo roba del tipo “ma le mutande di Fede erano abbinate ai calzini?”, “ma Lele Mora è vero che ha il petto depilato?”, “ma il Premier è vero che voleva farlo con il ballo della taranta sottofondo?”.
La curiosità ci spinge ad essere perfino perfidi e maligni.
Ci sarebbe da chiedersi cosa spinge un milionario a tirare fuori una mazzetta di soldi e regalarla ad una ragazzina in estrema difficoltà.
Dice che la risposta sia stata: “Io sono uno che fa del bene a chi ne ha bisogno”.
Bene, cominci quindi a tirare fuori i soldi anche per tutte quelle persone che per arrivare al domani fanno i salti mortali.
Cominci a partire coi cassa-integrati. Con la gente del Sud. Con tutte quelle persone che lavorano precariamente e si sentono precari perfino nell’anima.
Vogliamo tutti quanti vivere meglio.
Vogliamo anche noi la nostra dose di Bangu Bangu, plis.


10. Poi c’è chi si scaccola al semaforo

Gli occhi sono sempre quelli di tutte le mattine: assonnati e stanchi.
C’è un semaforo ed è rosso. Rino Gaetano intanto canta a squarciagola anche di mattina presto: beato lui.
Scatta il verde. Le auto partono.
Te, davanti a me, stai fermo. Ti suono.
Trastulli un pò, chiedi scusa, poi abbassi il finestrino e butti via qualcosa.
Poi ci si riferma, perchè, è comprensibile, il semaforo non è che aspetta i cazzi tuoi, demente mattiniero.
La prossima volta, invece di buttare dal finestrino le caccole che ti levi con tanta delizia, fai una pallina e tienila tra l’indice e il pollice fino al prossimo semaforo.
Coglione d’un testa di struzzo. E caccoloso, aggiungerei.


9. La vita è una questione di punti.

C’è poco da fare: la vita è tutta una questione di punti.
Quelli della patente, del supermercato, al benzinaio, al negozio di animali, ovunque.
Perfino se ti rompi un ginocchio alla fine è una questione di punti. Al Parlamento parlano sempre di “punti in questione da risolvere”. Poi vabbè, non risolvono niente e i punti rimangono, ma questo è un altro discorso.
Manca solo che al bar sotto casa ti facciano la carta a punti per la colazione: te lo immagini. Ogni venti colazioni, un cornetto gratis. Integrale però, che quello ripieno costa troppo e siccome c’è la crisi i baristi non si possono permettere tutto questo.
Pensa al marito medio, comune mortale che torna a casa la sera, mangia e già si pregusta una bella sudatina con la moglie prima di andare a letto. I mariti vivono di illusioni, questa è una certezza. E di punti da comprendere. Alla prima possibilmente, che se la moglie ti deve rispiegare come va la faccenda potresti perfino farla incazzare di brutto fino a farla diventare cianotiha o isterica. E sia mai, perdio.
Quindi, dicevo, questo benedetto marito torna a casa e si fa questo programma mentale mentre è in coda tornando dal lavoro. La serata procede bene, le luci si spengono e ci si infila a letto.
– Amore, ho voglia di te..
– Che tesoro che sei, mi fa piacere che dopo venti anni ancora non ti sei stancato di me, del mio corpo, di come sono fatta!
– Non posso stancarmi, perchè ti amo. Ho voglia di fare l’amore con te sempre.
Lei comincia già a diventare più rigida. Si scosta un pò da te fingendo che le pizzica la schiena.
– No tesoro, per favore, stasera non ho voglia..
– Anche ieri sera non avevi voglia..
– Appunto!
– Perchè ti allontani? Mica ti mangio su!
Il marito diventa sempre più orso infoiato. La moglie sempre più una Maria Teresa di Calcutta.
– Punto primo: sono stanca. Punto secondo: mi fa male la testa. Punto terzo: ho avuto una giornata di merda!
La donna, se vuole, ti liquida in tre semplici battute. Uno a zero, due a zero, tre a zero..e palla al centro. Il marito si rintana in un pensiero del tutto personale sviscerando il cervello alla ricerca di tecniche e trucchetti per arrivare allo scopo di fare l’amore. Risultato: niente.
L’uomo nella vita ha diecimila punti in testa. La donna ne ha pochi, ma fermi. E da lì non si sposta manco se arriva un gorilla che le fa il pizzicorino sotto i piedi.
– Credi che io non abbia avuto una giornata di merda? – chiede lui cercando di rendere la conversazione più morbida.
– Non posso sapere se hai avuto una giornata di merda, non me l’hai detto! – risponde lei decisa, mentre gli fa uno sbadiglio in faccia facendo capire che proprio stasera non è aria.
– Beh, allora te lo dico ora. Ho avuto una giornata di merda. E sai cosa ci vorrebbe? Di fare l’amore con te ora amore. Ora.
– Mica tutti siamo uguali – sentenzia lei – è una questione di punti di vista.

Non ho mai capito perchè ci si sposa. Perchè ci si adagia. Perchè diventa tutto un problema anche quando il problema non c’è. Perchè a volte ci si trova nello stesso letto e alla fine non ci si trova mai.
Perchè ci si ancora a determinati punti senza mai sganciare la mente per guardare altrove.
Perchè a volte, nella vita, ci sembra di aver fatto talmente tanti di quei chilometri che poi alla fine ci si accorge invece di essere rimasti sempre e soltanto allo stesso punto.
Quello di partenza.


8. Perfetto Idiota

Se il mio cane potesse parlare, direbbe tante di quelle cose che nemmeno uno si può immaginare.
Il fatto, poi, è che secondo me avrebbe sempre ragione. Perchè i cani riconoscono prima, annusano, avvertono i pericoli, sanno quando si gioca e come si difende e ci si difende.
Se il mio cane potesse parlare, mi direbbe ogni giorno di non venire a lavoro.
Ma no per il fatto che non bisogna lavorare,  semplicemente perchè devo fare i conti.
I conti in generale in mezzo a mille numerini.
Sopratutto, con un perfetto idiota di principale.
Io al mio cane gli credo e gli crederò sempre.